Un viaggio nella splendida Trieste, così ricca di bellezza e di storia non sempre ben conosciuta, è stato l’occasione per sentire parlare del libro di Fausta Cialente, “Le quattro ragazze Wieselberger”, e incuriosirmene.
Premio Strega nel 1976, il romanzo inizia raccontando la vita di una famiglia triestina della ricca borghesia, padre musicista oltre che ricco commerciante, madre dedita alla famiglia e 4 belle ragazze, la più piccola delle quali è la madre dell’autrice. Se i primi capitoli scorrono quietamente nelle atmosfere della Trieste asburgica di fine ottocento, la storia si snoda poi attraverso anni pieni di avvenimenti non solo per le vicende familiari, ma anche per quelle della grande storia, l’irredentismo, il fascismo, le due guerre mondiali. Anche gli scenari geografici cambiano, estendendosi all’Italia e poi ad Alessandria d’Egitto, dove Fausta Cialente si trasferisce con il matrimonio e da dove, durante il secondo conflitto mondiale organizza una resistenza antifascista attraverso Radio Cairo. Con una scrittura nitida e leggera, spesso ironica, uno sguardo attento è divertito su abitudini, comportamenti, pregiudizi dei tempi, un femminismo non gridato, il libro è piacevole da leggere e in me ha suscitato il desiderio di conoscere meglio l’autrice, la sua vicenda umana e gli altri libri.