Erano anni che non leggevo più nulla di Isabella Allende, ho iniziato questo libro senza nemmeno leggere la trama perchè mi è stato segnalato. Da subito mi ha colpito la “spiegazione” del titolo Un lungo petalo di mare è così che appare il Cile, “aggrappato alle montagne per non cadere nel mare”, ai rifugiati spagnoli, imbarcati sul piroscafo Winnipeg voluto e organizzato dal giovane Pablo Neruda, in fuga dalla guerra civile spagnola nell’agosto del 1939 e dalla feroce rappresaglia del vincitore, il dittatore Francisco Franco. In effetti guardando una carta geografica il Cile appare proprio così una lunga e stretta striscia di terra che attraversa tutta l’America del sud, quest’immagine mi ha commosso perchè solo due anni fa ero lì in vacanza. Tra questi profughi stremati e disperati, il libro racconta la storia d’amore, di integrazione, e di passione, di Victor, uno schivo e umanissimo medico, e di Roser, forte e volitiva, legati prima da un matrimonio di convenienza e necessità, e poi da vero, profondo amore. Il racconto li accompagna per oltre cinquant’anni, attraversando tutti i grandi avvenimenti della Storia, dalla breve esperienza democratica del Presidente eletto dal popolo Salvador Allende alla brutale repressione del golpe militare di Pinochet.