L’Arabia Saudita ha annunciato, recentemente, con un decreto del Re Salman che a partire da giugno le donne potranno mettersi al volante. Era l’unico Paese a proibirlo. È una grande vittoria per le saudite, che in una serie di proteste organizzate sin dagli anni Novanta sono scese in strada guidando, a volte con mariti e i figli al proprio fianco, facendosi riprendere per poi diffondere sul web i video di sfida. Per questo sono finite anche in carcere, sono state umiliate, hanno perso il lavoro: la più famosa, Manal El Sharif, alla fine ha lasciato il Paese. Aziza Alyousef, che ha partecipato a due di quelle proteste, si è detta grata nei confronti del Re ma «anche di tutte le donne che hanno lottato per i propri diritti». Appena si può chiederà la patente: «Voglio la numero 0001».Wadjda,la protagonista del film di oggi, non si vuole sottomettere alla chiusa mentalità del suo Paese, la bicicletta diventa il simbolo di ribellione.